Sono appena
uscita dal ristorante greco " Rototuille " ubicata nei pressi di
Piazza Amedeo. Siamo venuti qua con altri amici, dopo una serata passata al
museo Pan all'esposizione di un lavoro di ScarletLoveJoy. Avevamo una gran fame
e, Scarlet, ha proposto, dopo un tratto di strada abbastanza ripido, proprio nei
pressi della metropolitana di P.zza Amedeo, di ristorarci un ristorante greco
appena scesa una rampa di scale. In questo vicoletto ci sono passata spesso
quando preferisco, specie in estate, lunghe passeggiate sul lungo mare. Il
ristorante è molto carino in stile country con quel tipico odore di cucina
lieve ed il tutto incastonato in una cornice atipica visto il vicoletto nel
quale è inserito. Il vicoletto consta di una serie di bassi e localini ( troppi
) con nomi dalle sfumature naif. Il nostro ristorante si rifà al lungometraggio
di Ratatouille, cioè del topo cuoco. Per
la prima volta ho mangiato la fonduta assieme a Scarlet, gli altri hanno
preferito le piadine e qualche variazione a tema occidentale di contorno. Il
campo non prende in questo ristorante! Appena siamo usciti, stufa del
comportamento di Roberta, che non ne sapevo la motivazione, ho ricevuto uno
squillo seguito da una mia telefonata lampo ( “ Syriona, vieni tra mezz’ora a
piazza borsa. Ti aspetto in auto ed andiamo assieme al Vomero a cambiarci per
andare in disco “ ). Potevo anche decidere di andare a casa, ma avevo ancora
tanta energia da espletare e, grazie a Scarlet, che mi ha accompagnata, per un
tratto, sino alla stazione della metropolitana, sono arrivata di corsa da P.zza
Cavour, P.za Bellini fino a P.zza Borsa facendo lo slalom tra le piazze gremite
di giovani, specie a P.zza Del Gesù, che avevano preso d’assalto le birrerie. Appena
lì, purtroppo Roberta non c’era. Se ne era andata via, causa del fatto che
nella metropolitana non c’è campo e che il sabato sera, specie le ultime corse,
portano ritardo. Potevo andarmene con Scarlet sul motorino, tanto abita al
Vomero avrei risparmiato una decina di euro di taxi. Ho avuto un diverbio di
vedute, e, come in tutte le forti amicizie, si è sceso ad un compresso, per non
ledere la libertà di entrambe. Ho preso un taxi di sfuggita, ormai anche a P.za
Municipio erano auto fantasma, ovvero parcheggiate senza un’indicazione se
fossero attivi o meno. Il traffico era troppo e tanto al che l’autista
gentilmente m’ha fatto risparmiare tantissimo. Durante il viaggio, come il mio
solito, visto che sono molto loquace, abbiamo parlato, poi, improvvisamente l’autista
ha puntato tutto sulla transessualità. Veramente l’autista era stranamente
interessato agli aspetti pratici sessuali che non quelli legati alla quotidianità
legata al lavoro, al sociale, etc. Solito di alcuni uomini che hanno il
pensiero fisso! Appena sono scesa al Vomero, con un’altra telefonata lampo sono
arrivata a casa di Roberta. E’ bastato il tempo di entrare, la casa è
accogliente e calda, che già avevo calzato i decolté e l’abitino. L’abitino, è
un tubino stile Armani con delle roselline di colore nero e bianco che si
alternano sul fianco sinistro accompagnato il tutto da calze nere e bracciale a
polso argento. La notte è molto fredda. Siamo arrivate a Fuorigrotta, insomma
appena sbucate dall’autostrada, dopo il casello autostradale, ci siamo trovate
davanti questo atipico locale. L’auto l’abbiamo parcheggiata nelle vicinanze
del locale. La house music era ben udibile da un paio di isolati quando Roberta
era intenta nel trovare un posto macchina vacante, per fortuna che un tipo
stava andando via sennò dovevamo stare lì a roteare attorno alla rotonda. Appena
scesa dall’auto sono dovuta passare tra le tante auto che passavano alcune di
fretta ed altre, sarebbe meglio dire, alcuni si sporgevano dall’auto, ragazzi
sui trent’anni, facendo complimenti a volte leggeri e in alcuni casi pesanti,
ma, io, sono molto sicura di me non scomponendo facilmente l’andatura, con un
sorrisetto ho proseguito senza avere alcun tentennamento. Roberta, oramai già
era all’interno del locale ed a seguire, proprio mentre entravo nel locale, ho
sentito una mano infilarsi nel cappottino. Era Kekko! Per un momento ho temuto
fosse uno di quei cretini dalle auto scesi per fare caciara. Kekko, gentilmente
ha preferito pagare il guardaroba di entrambe. In questo locale non ci sono mai
venuta. Si trova nei pressi di Fuorigrotta, a Via Vicinale Cupa Cintia, 36! È incastonato
in un contesto abitativo con la facciata stile discoteca anni’70 di colore nero
marmoreo con sprazzi di luce bluastra provenire dalle incavature rotondeggianti
ed anche gli interni sposano la stessa filosofia. I bagni sono molto bui
compresi gli oggetti di arredamento illuminati da una luce fioca, infatti, in
un piccolo frame del video si vede la scarsità di visibilità pur essendo vicino
ad uno specchio. La digitale non è riuscita a coglierne l’eleganza per quanto
fosse in penombra a differenza della dancefloor molto illuminata dagli
innumerevoli faretti e luci stroboscopiche. Il pavimento, a differenza dei
bagni, è di colore panna che si sposa benissimo con le travi marmoree nere. L’unica
pecca sono gli improvvisi scalini che a stento si riescono a vedere nel mentre
passate dalla living room, bar, al centro della sala, e alla dancefloor. Ogni
ambiente cambia a seconda che si passi dall’una all’altra sala con dei
carinissimi divani in pelle, sempre neri, e dei tavoli a tenuta stagna per
quanti ci sono saliti sopra per ballare stile cubista. La consolle è su di un
lato della pista, nelle vicinanze del drink bar, per avere una visuale maggiore
della situazione. Il tema della serata era: “ Skin “. Tanti di noi usano la
propria maschera, o meglio il proprio vissuto in una sorta di schermatura agli
attacchi improvvisi provenire da gli altri Skin, sarebbe meglio dire Skinez. In
questo mondo nel quale viviamo siamo attorniati da persone visibili ed altre invisibili
con l’intento entrambe di imparare da entrambe la filosofia del sapersi vivere
senza patemi mentali. La maschera tema, di entrambi i cubisti, è l’apoteosi del
genere umano sempre alla ricerca della sua verità: “ Possiamo essere il centro
dell’universo. L’universo siamo noi, tutt’attorno a noi grava l’infelicità e se
questa infelicità fosse un miracolo? Se nascondesse in realtà la chiave per
aprirci alla vita? Ebbene scopritelo. Basta poco per aprirsi agli altri. Inutile
essere invisibili, un giorno lo saremmo per l’eternità ( recita anche Ugo
Foscolo Ne I sepolcri ) “. La pista è gremita e la musica è delle più all’avanguardia
nella House Music. Ha letteralmente riempito la testa di ognuno ed il divertimento
è d’obbligo, è un tripudio di colori provenire da qualsiasi direzione compresi
i continui andirivieni della security per evitare che qualche scalmanato crei
una rissa. La virtual voice ha una voce potentissima vista la sua giovane età. Improvvisamente
Arcangelo ha voluto immortalarsi in foto sia con me che con Roberta. Si è
aggregato a noi anche Tony che passando tra la folla ha preso d’assalto i
grossi cubi ebano, nelle vicinanze della consolle, creando delle movenze
sensuali. Alcuni ragazzi, passando tra me e Roberta si sono cimentati a ballare
con noi in maniera quasi erotica ( “ Sei molto carina ed hai un fisico da
paura..sei bellissima in quest’abito. Elegantissima e fashion
contemporaneamente. Beato chi ti ama! Sali con me sul cubo balliamo in questa
notte dalle mille sfumature “ ). Quando sono salita sul cubo, visto che il
tetto era basso ed i tacchi troppo alti ho preferito ballare scalza; tra la
testa ed il tetto c’erano poco più di dieci centimetri di distanza ed anche
quando alzavo le braccia si piegavano improvvisamente. Ho ballato tutto il
tempo scalza, i performer hanno fatto uno stacchetto con me e poi sono dovuta
scendere perché i quattro bianchi offerti da Roberta mi avevano, per un solo
sorsetto, non reggo gli alcolici, quasi fatto perdere l’equlibrio. Sono passata
tra la folla dei miei fans ilare! Passavo da un estremo all’altro della pista,
ballando con i ragazzi e ragazze, che oramai mi conoscono da anni, scalza
creando dei veri e propri vortici di divertimento. L’energia che ho dentro non
è equiparabile a quella con la quale ne descrivo gli eventi, emozioni che non
si possono descrivere facilmente. Nemmeno il tempo ascoltavo. Lenta nei
movimenti, quasi stessi sfilando sulle passerelle di Armani, avvolgevo le
braccia, serrando qualche ragazzo, in un sensuale ritmo tribale per poi passare
a qualche ragazza divertita da questa energia che da invisibile improvvisamente
era esplosa in una miriade di colori emozionali. Sono salita nella zona dei
divanetti, assalita da tante ragazze che ballando assieme mi hanno portata per
mano su di un tavolino metallizzato a ballare all’ordine dell’ubriacatura
ormonale. Scateno nelle ragazze un’attrazione profonda che a stento gli uomini
comprendono! Bicchieri e bottiglie rovesciati con tanto di ghiaccio sui
divanetti rinfrescavano di volta in volta i piedi e giubetti sparsi sui
divanetti cadevano continuamente per far posto ad altri scalmanati. Tutti volevano
toccare quel tetto tanto basso. La musica ha iniziato da tribale ad accomodarsi
all’Hip Hop con movimenti cadenzati e sensuali rispetto al tribale che ti
scatena dentro un animale che vuole liberarsi dalla trappola. Ho usato la consumazione
per puntare su di un succo di frutta. Non ero sbronza occhio..ero sbronza di
vita! Lo consiglio a tutti. Sbronzatevi di vita, mettete in gioco le emozioni
fatele schizzare via dalla vostra mente con le mani i piedi ed il corpo. Il sesso
non ha ragione d’essere in questo momento, quello che conta è divertirsi! Siete
voi a divertirvi e non gli alcolici e ne altre sostanze che purtroppo circolano
in questi luoghi. Non rovinate la vostra vita aiutatela a farsi viva da una
piccola ed insignificante emozione. Dopo il Pan non volevo nemmeno andarci in
discoteca, ma visto che è il mio lavoro, ho preferito, anche se controvoglia,
sperimentare cosa succede se dall’invisibilità si passa alla visibilità! È straordinario.
Lo consiglio a tutti. I miei fans sanno quanto è importante viversi. Siamo
tornate a casa molto contente. Grazie Roberta della serata. Non ho dormito,
anche se mi sono struccata. Ho aperto la finestra ed ho atteso, chiudendo gli
occhi, che il sole spuntasse dal vesuvio, poi, mi sono addormentata dolcemente
e poi, come tutte le domeniche, me ne sono andata a fare una passeggiata sul
lungo mare di Via Caracciolo a filmare e fotografare il tramonto.
Buona Lettura ^_^
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